Incendio grattacielo Milano: quali sono i danni.
E’ ormai ridotto ad uno scheletro annerito il grattacielo nella periferia sud di Milano, che domenica 29 agosto è stato avvolto dalle fiamme.
Nel palazzo ci vivevano settanta famiglie, ora sfollate. Alcune sono ospitate presso l’hotel convenzionato dal Comune, altre appoggiate da amici e familiari. Nel giro di una manciata di minuti queste famiglie hanno perso tutto: casa, mobili, oggetti personali e ricordi.
Fortunatamente l’inferno di fuoco è scoppiato in pieno giorno evitando cosi eventuali feriti o, peggio ancora, morti. Attualmente il palazzo è stato considerato inagibile a causa del calore delle fiamme che potrebbe aver compromesso la struttura dell’edificio. Oltre all’edificio, anche le auto parcheggiate nei pressi hanno subito danni e sono state ridotte in carcasse da parti incandescenti cadute dal palazzo in fiamme.
Incendio grattacielo Milano: chi rimborserà i danni?
Come spiegato da Massimiliano Jattoni Dall’Asén nell’articolo apparso sul Corriere della Sera, la maggiore incognita è rappresentata da chi rimborserà alle famiglie i danni causati dall’incendio. In considerazione del fatto che le indagini sono ancora in corso, non si può avere al momento una risposta certa a questa domanda.
Il problema è complicato dal fatto che, come spiegato dall’avvocato Nicola Ferivoli del Comitato Scientifico del portale Condominio e Locazione, riguardo alla disciplina antincendio c’è un vuoto normativo. Per i costruttori, infatti, non esiste una disciplina antincendio ma solo delle linee guida preparate dai Vigili del fuoco per il Ministero, il cui valore è solo di raccomandazione. Inoltre, in relazione alle tecniche costruttive ed ai materiali che sarebbero dovuti essere ignifughi, la responsabilità di costruttori e fornitori decade dopo 10 anni dalla fine dei lavori e la Torre dei Moro è stata completata nel 2011.
Per quanto riguarda l’amministratore del condomino, questi può essere ritenuto responsabile solo in caso di mancata manutenzione dei servizi antincendio. Se le indagini dovessero dimostrare il non adempimento ai propri obblighi (in particolare di manutenzione), si potrebbe valutare la responsabilità civile. Ma la domanda che sorge a questo punto è: l’RC professionale (tra l’altro non obbligatoria) dell’amministratore sarà adeguata a coprire tutti i danni?
Incendio grattacielo Milano: siamo sicuri che la ricerca dei responsabili possa portare degli immediati benefici alle famiglie sfollate?
Per quanto riguarda infine gli inquilini della Torre dei Moro, a partire da giugno 2013 per gli edifici condominiali in Italia non è più obbligatorio stipulare una polizza assicurativa. Pertanto questi potrebbero eventualmente essere risarciti del danno solo nel caso in cui abbiano sottoscritto individualmente una polizza per la propria abitazione.
Restano ovviamente fuori tutti i danni prodotti a terzi per i quali opera il principio della responsabilità civile, che “obbliga colui che ha commesso il fatto a risarcire il danno”.
Ma a chi spetta proteggere il proprio patrimonio?

L’Italia, un paese sottoassicurato.
La propensione a non stipulare adeguate coperture assicurative è, purtroppo, un antico male molto diffuso tra il popolo italiano, che preferisce accantonare risparmi in vista di eventuali imprevisti piuttosto che trasferire il rischio a operatori specializzati.
Per quanto riguarda la tutela della casa, in particolare, l’Italia risulta essere decisamente sottoassicurata rispetto ai principali Paesi Europei. Infatti, come spiegato da Maria Bianca Farina, attuale presidente dell’Ania, solo il 2% della popolazione italiana possiede una polizza che protegge la propria abitazione da eventi catastrofici quali incendi, alluvioni e terremoti.
Il rischio che si incorre non tutelandosi adeguatamente è una cospicua perdita finanziaria, che va ad incidere totalmente sul patrimonio delle famiglie.
Ma com’è possibile proteggere al meglio il proprio patrimonio e la propria abitazione?
Ovviamente non esiste una formula magica valida in qualunque occasione per tutelare il patrimonio abitativo. I soggetti coinvolti sono innumerevoli come dimostra l’incendio del grattacelo di Milano, tra cui, oltre agli inquilini, l’amministratore dello stabile e l’azienda che ha eseguito i lavori.
Il consulente patrimoniale si occupa proprio di strutturare la adeguate tutele in casi come quello dell’incendio grattacielo Milano. Attraverso un’analisi oggettiva è in grado di quantificare adeguatamente i capitali da assicurare, evitando scoperture o sottoassicurazioni e tutelando al meglio i soggetti coinvolti.
(Immagini: “Il Giorno” e “Sky TG 24”)
Incendio grattacielo Milano: quali sono i danni.
E’ ormai ridotto ad uno scheletro annerito il grattacielo nella periferia sud di Milano, che domenica 29 agosto è stato avvolto dalle fiamme.
Nel palazzo ci vivevano settanta famiglie, ora sfollate. Alcune sono ospitate presso l’hotel convenzionato dal Comune, altre appoggiate da amici e familiari. Nel giro di una manciata di minuti queste famiglie hanno perso tutto: casa, mobili, oggetti personali e ricordi.
Fortunatamente l’inferno di fuoco è scoppiato in pieno giorno evitando cosi eventuali feriti o, peggio ancora, morti. Attualmente il palazzo è stato considerato inagibile a causa del calore delle fiamme che potrebbe aver compromesso la struttura dell’edificio. Oltre all’edificio, anche le auto parcheggiate nei pressi hanno subito danni e sono state ridotte in carcasse da parti incandescenti cadute dal palazzo in fiamme.
Incendio grattacielo Milano: chi rimborserà i danni?
Come spiegato da Massimiliano Jattoni Dall’Asén nell’articolo apparso sul Corriere della Sera, la maggiore incognita è rappresentata da chi rimborserà alle famiglie i danni causati dall’incendio. In considerazione del fatto che le indagini sono ancora in corso, non si può avere al momento una risposta certa a questa domanda.
Il problema è complicato dal fatto che, come spiegato dall’avvocato Nicola Ferivoli del Comitato Scientifico del portale Condominio e Locazione, riguardo alla disciplina antincendio c’è un vuoto normativo. Per i costruttori, infatti, non esiste una disciplina antincendio ma solo delle linee guida preparate dai Vigili del fuoco per il Ministero, il cui valore è solo di raccomandazione. Inoltre, in relazione alle tecniche costruttive ed ai materiali che sarebbero dovuti essere ignifughi, la responsabilità di costruttori e fornitori decade dopo 10 anni dalla fine dei lavori e la Torre dei Moro è stata completata nel 2011.
Per quanto riguarda l’amministratore del condomino, questi può essere ritenuto responsabile solo in caso di mancata manutenzione dei servizi antincendio. Se le indagini dovessero dimostrare il non adempimento ai propri obblighi (in particolare di manutenzione), si potrebbe valutare la responsabilità civile. Ma la domanda che sorge a questo punto è: l’RC professionale (tra l’altro non obbligatoria) dell’amministratore sarà adeguata a coprire tutti i danni?
Incendio grattacielo Milano: siamo sicuri che la ricerca dei responsabili possa portare degli immediati benefici alle famiglie sfollate?
Per quanto riguarda infine gli inquilini della Torre dei Moro, a partire da giugno 2013 per gli edifici condominiali in Italia non è più obbligatorio stipulare una polizza assicurativa. Pertanto questi potrebbero eventualmente essere risarciti del danno solo nel caso in cui abbiano sottoscritto individualmente una polizza per la propria abitazione.
Restano ovviamente fuori tutti i danni prodotti a terzi per i quali opera il principio della responsabilità civile, che “obbliga colui che ha commesso il fatto a risarcire il danno”.
Ma a chi spetta proteggere il proprio patrimonio?

L’Italia, un paese sottoassicurato.
La propensione a non stipulare adeguate coperture assicurative è, purtroppo, un antico male molto diffuso tra il popolo italiano, che preferisce accantonare risparmi in vista di eventuali imprevisti piuttosto che trasferire il rischio a operatori specializzati.
Per quanto riguarda la tutela della casa, in particolare, l’Italia risulta essere decisamente sottoassicurata rispetto ai principali Paesi Europei. Infatti, come spiegato da Maria Bianca Farina, attuale presidente dell’Ania, solo il 2% della popolazione italiana possiede una polizza che protegge la propria abitazione da eventi catastrofici quali incendi, alluvioni e terremoti.
Il rischio che si incorre non tutelandosi adeguatamente è una cospicua perdita finanziaria, che va ad incidere totalmente sul patrimonio delle famiglie.
Ma com’è possibile proteggere al meglio il proprio patrimonio e la propria abitazione?
Ovviamente non esiste una formula magica valida in qualunque occasione per tutelare il patrimonio abitativo. I soggetti coinvolti sono innumerevoli come dimostra l’incendio del grattacelo di Milano, tra cui, oltre agli inquilini, l’amministratore dello stabile e l’azienda che ha eseguito i lavori.
Il consulente patrimoniale si occupa proprio di strutturare la adeguate tutele in casi come quello dell’incendio grattacielo Milano. Attraverso un’analisi oggettiva è in grado di quantificare adeguatamente i capitali da assicurare, evitando scoperture o sottoassicurazioni e tutelando al meglio i soggetti coinvolti.
(Immagini: “Il Giorno” e “Sky TG 24”)