Long Term Care: definizione
Secondo la definizione fornita dall’OCSE, con Long Term Care si intende “ogni forma di assistenza fornita a persone non autosufficienti lungo un periodo di tempo esteso senza data di termine predefinita”.
Questa definizione può far pensare ad un problema riguardante esclusivamente la vecchiaia, tuttavia, può riferirsi ad una condizione acquisita in un qualunque momento della vita umana.
Cosa si intende per “non autosufficienza”
Come si fa a misurare effettivamente la non autosufficienza in una persona? La definizione più comunemente accettata è la perdita della capacità di compiere autonomamente almeno 4 tra le 6 azioni elementari della vita quotidiana:
- nutrirsi
- farsi il bagno o la doccia
- vestirsi
- spostarsi
- andare in bagno
- provvedere all’igiene personale
L’Italia è un Paese vecchio
Un recente articolo apparso su Italia Longeva (Associazione nazionale per l’invecchiamento e la longevità attiva, istituita nel 2011 dal Ministero della Salute) afferma che l’Italia è tra i paesi più vecchi al mondo e necessita di un rinnovamento dell’organizzazione dei servizi offerti agli anziani.
In Italia, infatti, sono quasi 6 milioni gli anziani affetti da patologie croniche gravi e disabilitanti, ma solo 1 milione è preso in carico dal Servizio Sanitario Nazionale.
Per questo motivo, l’assistenza a lungo temine (LTC) di pazienti anziani cronici, rappresenta una delle principali sfide per i modelli di Welfare. L’invecchiamento della popolazione italiana rischia di essere, dunque, una “bomba ad orologeria” sia per il settore sanitario, sia per gli equilibri economici e sociali dell’intero Paese.
“Da qui al 2030, 8 milioni di anziani avranno almeno una malattia cronica grave, come ad esempio ipertensione, diabete, demenza, malattie cardiovascolari e respiratorie. Curarli tutti in ospedale sarebbe come trasformare le principali città italiane in grandi reparti a cielo aperto” – Professor Roberto Bernabei (Prof. Ordinario dell’Istituto di medicina interna e geriatria del Policlinico Gemelli di Roma)

Quanto costa la non autosufficienza
Nel momento in cui una persona perde la propria autosufficienza, i familiari si trovano davanti a 3 scenari tipici:
- prendersi cura personalmente del familiare non autosufficiente
- ricorrere ai servizi di assistenza pubblica
- utilizzare i servizi di assistenza privata o in alternativa ricorrere all’aiuto delle assistenti familiari (badanti)
L’assistenza personale ad un familiare non autosufficiente
L’assistenza personale ad un familiare non autosufficiente comporta un enorme impiego di tempo e di risorse. Se il familiare versa in una situazione di grave invalidità, richiede assistenza continuata e questo può determinare l’abbandono dell’attività lavorativa con evidente conseguenze economiche.
Cosa prevede l’assistenza pubblica
Il Servizio Sanitario Nazionale assicura l’assistenza sanitaria e socio sanitaria a persone con disabilità, fragilità e non autosufficienza. Se le condizioni dell’assistito lo permettono e se la famiglia può garantire presenza e confort, le cure sono offerte prioritariamente a domicilio. In alternativa gli assistiti sono ospitate in strutture residenziali o semiresidenziali.
Secondo un articolo apparso sul sito Auser.it, solo il 2% degli over 65 è ricoverato in una struttura ad hoc a fronte del 3,6% seguito da cure domiciliari. Questi numeri rappresentano la metà rispetto alle medie europee. La spiegazione di una così bassa incidenza, secondo Auser, è da ricercare nel ridotto numero di posti letto rispetto alla domanda. In Italia le RSA dispongono di circa 250.000 posti letto, ma secondo questa indagine ne servirebbero almeno il doppio per consentire un’adeguata copertura.
Quanto costa l’assistenza privata
Secondo una recente ricerca effettuata dal sito web luoghidicura.it, in caso di ricovero in una RSA, il costo giornaliero della retta varia da 82,08 € per la Basilicata a 167,50 € per la Valle D’Aosta. A livello nazionale, il costo medio giornaliero è di 112,60€ , quello mediano è 107,50€. In caso di Alzheimer queste rette giornaliere aumentano del 13,4%.
Il 1° Gennaio 2021 è entrato in vigore il nuovo CCNL di Colf e Badanti che ne stabilisce lo stipendio minimo. Le nuove tabelle, prevedono stipendio minimo e indennità, introducendo anche le tabelle per la presenza notturna.
Long Term Care: la soluzione per la non autosufficienza
Sulla base di quello che abbiamo visto fino ad ora, la non autosufficienza produce anche delle conseguenze patrimoniali potenzialmente devastanti. Per questo motivo sono state introdotte delle forme di tutela in grado di integrare il fabbisogno finanziario derivante dalla non autosufficienza.
Tra queste troviamo le Long Term Care, in grado di corrispondere una rendita vitalizia. Se sei interessato a ricevere maggiori informazioni sulla nostra iniziativa sulle Long Term Care, clicca qui.
Long Term Care: definizione
Secondo la definizione fornita dall’OCSE, con Long Term Care si intende “ogni forma di assistenza fornita a persone non autosufficienti lungo un periodo di tempo esteso senza data di termine predefinita”.
Questa definizione può far pensare ad un problema riguardante esclusivamente la vecchiaia, tuttavia, può riferirsi ad una condizione acquisita in un qualunque momento della vita umana.
Cosa si intende per “non autosufficienza”
Come si fa a misurare effettivamente la non autosufficienza in una persona? La definizione più comunemente accettata è la perdita della capacità di compiere autonomamente almeno 4 tra le 6 azioni elementari della vita quotidiana:
- nutrirsi
- farsi il bagno o la doccia
- vestirsi
- spostarsi
- andare in bagno
- provvedere all’igiene personale
L’Italia è un Paese vecchio
Un recente articolo apparso su Italia Longeva (Associazione nazionale per l’invecchiamento e la longevità attiva, istituita nel 2011 dal Ministero della Salute) afferma che l’Italia è tra i paesi più vecchi al mondo e necessita di un rinnovamento dell’organizzazione dei servizi offerti agli anziani.
In Italia, infatti, sono quasi 6 milioni gli anziani affetti da patologie croniche gravi e disabilitanti, ma solo 1 milione è preso in carico dal Servizio Sanitario Nazionale.
Per questo motivo, l’assistenza a lungo temine (LTC) di pazienti anziani cronici, rappresenta una delle principali sfide per i modelli di Welfare. L’invecchiamento della popolazione italiana rischia di essere, dunque, una “bomba ad orologeria” sia per il settore sanitario, sia per gli equilibri economici e sociali dell’intero Paese.
“Da qui al 2030, 8 milioni di anziani avranno almeno una malattia cronica grave, come ad esempio ipertensione, diabete, demenza, malattie cardiovascolari e respiratorie. Curarli tutti in ospedale sarebbe come trasformare le principali città italiane in grandi reparti a cielo aperto” – Professor Roberto Bernabei (Prof. Ordinario dell’Istituto di medicina interna e geriatria del Policlinico Gemelli di Roma)

Quanto costa la non autosufficienza
Nel momento in cui una persona perde la propria autosufficienza, i familiari si trovano davanti a 3 scenari tipici:
- prendersi cura personalmente del familiare non autosufficiente
- ricorrere ai servizi di assistenza pubblica
- utilizzare i servizi di assistenza privata o in alternativa ricorrere all’aiuto delle assistenti familiari (badanti)
L’assistenza personale ad un familiare non autosufficiente
L’assistenza personale ad un familiare non autosufficiente comporta un enorme impiego di tempo e di risorse. Se il familiare versa in una situazione di grave invalidità, richiede assistenza continuata e questo può determinare l’abbandono dell’attività lavorativa con evidente conseguenze economiche.
Cosa prevede l’assistenza pubblica
Il Servizio Sanitario Nazionale assicura l’assistenza sanitaria e socio sanitaria a persone con disabilità, fragilità e non autosufficienza. Se le condizioni dell’assistito lo permettono e se la famiglia può garantire presenza e confort, le cure sono offerte prioritariamente a domicilio. In alternativa gli assistiti sono ospitate in strutture residenziali o semiresidenziali.
Secondo un articolo apparso sul sito Auser.it, solo il 2% degli over 65 è ricoverato in una struttura ad hoc a fronte del 3,6% seguito da cure domiciliari. Questi numeri rappresentano la metà rispetto alle medie europee. La spiegazione di una così bassa incidenza, secondo Auser, è da ricercare nel ridotto numero di posti letto rispetto alla domanda. In Italia le RSA dispongono di circa 250.000 posti letto, ma secondo questa indagine ne servirebbero almeno il doppio per consentire un’adeguata copertura.
Quanto costa l’assistenza privata
Secondo una recente ricerca effettuata dal sito web luoghidicura.it, in caso di ricovero in una RSA, il costo giornaliero della retta varia da 82,08 € per la Basilicata a 167,50 € per la Valle D’Aosta. A livello nazionale, il costo medio giornaliero è di 112,60€ , quello mediano è 107,50€. In caso di Alzheimer queste rette giornaliere aumentano del 13,4%.
Il 1° Gennaio 2021 è entrato in vigore il nuovo CCNL di Colf e Badanti che ne stabilisce lo stipendio minimo. Le nuove tabelle, prevedono stipendio minimo e indennità, introducendo anche le tabelle per la presenza notturna.
Long Term Care: la soluzione per la non autosufficienza
Sulla base di quello che abbiamo visto fino ad ora, la non autosufficienza produce anche delle conseguenze patrimoniali potenzialmente devastanti. Per questo motivo sono state introdotte delle forme di tutela in grado di integrare il fabbisogno finanziario derivante dalla non autosufficienza.
Tra queste troviamo le Long Term Care, in grado di corrispondere una rendita vitalizia. Se sei interessato a ricevere maggiori informazioni sulla nostra iniziativa sulle Long Term Care, clicca qui.